L'angoscia è un sentimento che riproduce la situazione attuale e lo stato d'animo della popolazione; non si tratta di paura, perché il Coronavirus non è un oggetto determinato, non sappiamo di preciso da dove viene, attraverso
chi ci può contagiare e in quale modalità si possa manifestare. Quando abbiamo a che fare con l'indeterminatezza subentra questo sentimento che non ha nulla di patologico ma che è ben più destabilizzante della paura, la quale rappresenta un ottimo meccanismo di difesa perché è provocata da un oggetto che è invece certo, ben determinato. La popolazione si trova di fronte ad una sospensione della propria vita sociale e lavorativa e accusa uno stato di reclusione simile alla prigionia che la porta a riprendere gradatamente la routine quotidiana, cosa molto difficile da mantenere in un contesto come questo. Dal momento che i comportamenti umani non sono deducibili da principi, prevedibili come i teoremi di matematica e quindi facilmente stigmatizzabili, non si può utilizzare il sapere ma la "phronesis", la saggezza, il buon senso che rappresentava la virtù di Ulisse :la capacità di muoversi in situazioni pericolose e incerte come questa, calibrando quale sia il minor male rispetto a quello che esiste.
Si tratta quindi di un' occasione per riflettere di più sul senso della vita e sulla propria interiorità; il sentimento di spaesamento che ne deriva è un valido motivo per cominciare a meditare su chi si è e a ciò che si vuole dalla vita, per lavorare di più su un piano di introspezione. Il Counseling Filosofico è sicuramente un ottimo strumento di analisi in questo ambito.
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