Quando si percepisce un sentimento di solitudine, si vive come in una condizione di isolamento, che non corrisponde alla solitudine aperta e creativa dei mistici e dei poeti, dove la parola cerca di evocare ciò che non è razionale, ma è qualcosa che ha a che fare con la scissione, con la frattura della relazione corpo-mondo.Questo comporta la deprivazione di un linguaggio che permette di comunicare con gli altri e quindi si avverte la necessità di avere un "testimone" della propria situazione esistenziale, un osservatore attivo che possa partecipare al travagliato stato emotivo che si sta vivendo.
La dimensione della parola e dell'ascolto in questi momenti, rappresentano strumenti di straordinaria importanza nel fare emergere luci e ombre che vitalizzano l'esperienza emotiva anche di un individuo portatore di un forte disagio.
Si auspica quindi una "vitalizzazione" della filosofia, nel senso della sua capacità di cogliere l'indicibile e l'invisibile della sofferenza umana, attraverso un modo rivoluzionario di indagare sui sentimenti dell'esistenza, come nel caso della solitudine.
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