Penso che il momento storico importante che stiamo vivendo, denso di cambiamenti per certi versi assurdi, faccia riflettere su quanto il pianeta abbia un proprio modo di riassettare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte dal loro equilibrio primordiale. In un'epoca in cui il cambiamento climatico e l'inquinamento sono arrivati ad uno stadio preoccupante, il mondo è costretto ad un fermo; se da un lato l'economia collassa, lo smog diminuisce drasticamente e l'aria diventa respirabile, nonostante un dannato virus stia sacrificando vittime innocenti, questo ci fa capire che l'oggetto di discriminazione siamo noi umani, indistintamente dalla razza,classe sociale, religione, ecc.. In una società fondata sul consumo e sull'iperattività, di punto in bianco arriva il blocco totale, del lavoro, della vita sociale, dei divertimenti.
In un momento in cui i rapporti e la comunicazione sono state scarnificate dalla realtà virtuale e dall'uso del social network, attraverso l'illusione della vicinanza e della comodità , il virus ci ha negato la vera vicinanza, fatta di presenza fisica e di rapporti umani diretti, concreti.
Proprio in un periodo in cui dobbiamo fare i conti con la nostra finitudine e le nostre fragilità, si sta facendo viva la necessità di sostenerci l'un l'altro, di trovare il senso di appartenenza ad una comunità che è più grande della nostra dimensione individuale e ad un cosmo determinato da un ordine naturale che nel tempo è stato abusato e sovvertito da disastri ambientali provocati dall'uomo.
Se questo è il momento della grande sofferenza, che possa diventare anche quello della riflessione, su quanto ci sta accadendo e su quanto siamo forse in debito con il nostro pianeta.
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